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Immagine del redattoreMartina Ailén García

Intersezionalità: un incrocio tra genere e discriminazioni

Prima di approfondire il significato di intersezionalità, è bene distinguere due termini: sesso e genere.


Il sesso biologico si caratterizza dalla presenza di cromosomi XY per un uomo e XX per una donna; il genere, invece, è un costrutto socioculturale.


Se si vuole davvero provare ad avere una visione più inclusiva dell’altrə, bisogna, prima di tutto, tenere a mente queste due definizioni.


Quando si fa riferimento, dunque, alle differenze di genere, si richiamano quelle differenze presunte tra uomini e donne che la società considera vere. Per esempio, si pensa che i giocattoli da cucina siano per le bambine e i giochi d’ingegno per i bambini, si attribuisce automaticamente il colore rosa per le ragazze e blu per i ragazzi e, ancora, si ritiene che le donne siano più sensibili degli uomini. Per molti anni si è messo al centro questo binarismo M/F che non includeva affatto altre varietà effettivamente esistenti di identità di genere.


Ecco, per intenderci, l’identità di genere, indica il genere con cui ci identifichiamo, ergo, chi pensiamo e sentiamo di essere. Per esempio: per una persona transgender (e non solo) potrebbe generarsi una sensazione di ‘trappola’ in un corpo e una vita cui non si appartiene.


Sappiamo bene come queste caratteristiche, ovvero, l’identità di genere e l’orientamento sessuale (ma non solo!) possono essere oggetto di discriminazione nei confronti di una persona. Tuttavia, è bene sapere che ci sono altri motivi per cui potrebbe essere marginalizzata: analizziamoli insieme e scopriamo di seguito come viene definito questo comportamento.


Ad oggi, il genere non viene più considerato come unica categoria di discriminazione, poiché è inevitabile che sia interconnesso ad altre categorie sociali. Infatti, grazie agli studi del 1989 dell’attivista afroamericana Kimberlé Crenshaw, possiamo pensare metaforicamente a questa molteplicità di discriminazioni – o oppressioni multiple – come un crocevia di strade che si incontrano. Questi divari sociali multipli, si definiscono con la parola inglese intersectionality, in italiano, intersezionalità (Crenshaw, 2017).


Un crocevia di strade, a rappresentare il concetto di intersezionalità.


Oltre alla giurista Crenshaw, anche la sociologa Helma Lutz e la filosofa Martha C. Nussbaum hanno approfondito questa tematica. La prima ha sviluppato schemi più complessi che includono ulteriori livelli di discriminazione come la classe, la razza e la disabilità (abilismo); la seconda, insieme ad altrə colleghə, ha definito il disgusto come una delle principali cause di discriminazione, scoprendo che la gente può ghettizzare sulla base di un livello di disgusto soggettivo per uno stato fisico o un atteggiamento (di questa categoria se ne parla nel libro The Empire of Disgust: Prejudice, Discrimination, and Policy in India and the US, 2018).


Per capirci meglio: una donna nera lesbica, non solo può essere discriminata perché donna e perché nera, ma anche per la sua età (ageismo), per il suo orientamento sessuale, per la sua religione, istruzione e così via…


Tuttavia, l’elenco delle categorie di discriminazione è illimitato.


Un grafico esplicativo sul funzionamento dell'intersezionalità delle discriminazioni.


Il concetto di intersezionalità, quindi, mette in luce come le persone possano subire contemporaneamente diverse tipologie di discriminazione: il tema della disuguaglianza, pertanto, non riguarda solo denigrazioni rispetto al genere o al sesso, ma anche altre categorie maggiormente segregate, tra cui persone disabili, straniere o anziane. Informare e sensibilizzare, dunque, la nostra società riguardo le tematiche discriminatorie è fondamentale per essere consapevoli dell’esistenza di questi divari sociali multipli e provare, quantomeno nel nostro piccolo, a limitare che tali sgradevoli situazioni avvengano.


Martina Ailén García


Fonti:

Kimberlè Crenshaw, On Intersectionality: Essential Writings, 2017, The New Press

Helma Lutz, Linda Supik, Maria Teresa Herrera Vivar (edited by), Framing Intersectionality: Debates on a Multi-Faceted Concept in Gender Studies, 2011 Routledge

Jeff Hearn,Di cosa parliamo quando parliamo di intersezionalità”, InGenere, 2017 (https://www.ingenere.it/articoli/di-cosa-parliamo-quando-parliamo-di-intersezionalita)

Martha Nussbaum, Aziz Huq, Zoya Hasan, Vidhu Verma (edited by), The Empire of Disgust: Prejudice, Discrimination, and Policy in India and the US, 2018 Oxford

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