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  • Immagine del redattoreFederica Russo

I limiti del Regolamento Europeo Dublino III

Il Regolamento Dublino III, entrato in vigore il 1 gennaio 2014, è un regolamento dell’Unione Europea che definisce i criteri e i meccanismi di determinazione per l’esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da unǝ cittadinǝ di un Paese terzo o da unǝ apolide.


Il Regolamento Dublino III fa parte della Convenzione di Dublino, un trattato internazionale multilaterale sulla determinazione dello Stato competente per l'esame di una domanda di asilo presentata in uno degli stati membri della Comunità Europea, firmata dalla maggior parte degli Stati membri il 15 giugno 1990.

Un sistema che, soprattutto negli ultimi anni, ha mostrato tutti i suoi limiti.

Vediamo perché.

PRIMO LIMITE Per richiedere asilo in Europa bisogna arrivare fisicamente sul territorio del Paese di destinazione. Questa regola è la motivazione alla base di tutti gli spostamenti, per mare o per montagna, con aerei o con barconi, di cui sentiamo parlare, e alimenta spesso spostamenti disperati e pericolosi.


SECONDO LIMITE

La richiesta di asilo può essere fatta solo una volta in un paese europeo ed impone l'esame al primo paese di sbarco.

Si tratta di una logica perversa per cui il Paese che accoglie una persona è poi il Paese che dovrà garantire protezione e futuro a quella stessa persona, costretta a vivere in quel Paese, senza potersi trasferire legalmente in nessun altro Stato per lavorare, studiare o vivere stabilmente.

Questo perché, nell’ordinamento dell’Unione Europea non esiste il principio del mutuo riconoscimento della protezione.

Di conseguenza:

  • una persona che entra in Europa non può decidere in quale Stato presentare la sua richiesta di asilo, lasciando uno spazio estremamente ridotto alle preferenze dei singoli;

  • si alimenta la clandestinità, poiché una persona che arriva attraverso una delle porte di ingresso di Europa, deve avere la fortuna o la “bravura” di non farsi intercettare se vuole scegliere e quindi raggiungere lo Stato in cui vorrebbe vivere;

  • aumenta la pressione e il sovraccarico sulle strutture di accoglienza dei Paesi di frontiera.



Negli ultimi anni l’UE ha riconosciuto la gravissima situazione in cui versavano Paesi di frontiera come l’Italia e la Grecia, prodotta dal sistema Dublino.

Presa coscienza della crisi umanitaria, mette in atto il programma di “Relocation”, un programma di trasferimento dellз migranti all’interno dell’Europa, chiedendo uno sforzo di solidarietà agli Stati membri.

Alcuni Paesi però, come la Repubblica Ceca, l'Ungheria, la Slovacchia e la Polonia, hanno di recente negato la propria disponibilità a rivedere il contenuto degli accordi di Dublino e nello specifico si rifiutano di introdurre quote permanenti ed obbligatorie di accoglienza dellз migranti ogni Stato membro. Un accordo tra i Paesi membri non è ancora stato trovato.


Federica Russo



Fonti: UNHCR Italia e Open Migration


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