top of page
Immagine del redattoreMatteo Bonanni

Il Patriarcato, un fenomeno sociale che crea disparità

Connesso al sistema patriarcale, vi è il concetto di genere;

di conseguenza, facciamo riferimento, qui, al binarismo di genere

perché la società, fino ad oggi, è stata descritta in questi termini.

Ogni riflessione è dunque basata sulla letteratura esistente,

perché solo dalla storia possiamo comprendere ed evolvere.


Il concetto di Patriarcato è da considerarsi un elemento costitutivo di molte riflessioni contemporanee sull’organizzazione sociale, l’origine delle disuguaglianze e la loro riproduzione. È stato trattato nella letteratura, specialmente antropologica e sociologica, come un aspetto causale di molte condizioni collettive ed individuali della società civile.

Questa lettura può risultare, però, semplicistica e potrebbe portare a sentieri sbagliati, per cui per comprendere ed esprimere un pensiero critico su questa forma culturale di organizzazione sociale o di struttura sociale, nei termini del sociologo statunitense C.W. Mills (2018), conviene non entrare prepotentemente nel dibattito delle cause e degli effetti, ma analizzare gli elementi che compongono quello che noi oggi definiamo “Patriarcato”.


Una lettura manualistica del fenomeno lo definisce come una predominanza maschile affermata in diverse culture, che si manifesta in campo economico, politico, sociale e ideologico; è una tendenza comune, ma non universale, che varia nel grado, nella rigidità e negli effetti che produce (Miller, 2014); possiamo aggiungere che si è costituita, quindi, una struttura del potere che si è consolidata nel tempo e che vede in posizione di esercizio della forza un genere rispetto agli altri, in questo caso il genere maschile.

Questa breve definizione è introduttiva anche del fatto che sulle numerose disuguaglianze di genere si sono costituite altrettante teorie critiche: la più accesa forse, quella femminista, con letture alle volte anche in contrasto all’interno della stessa, a causa delle differenti correnti che si sono create (Piccone Stella & Salmieri, 2012).


Ovviamente, connesso al sistema considerato patriarcale, vi è il concetto di genere; questo, però, aprirebbe un campo di studi ampio che sposterebbe l’attenzione dal concetto più strutturale di Patriarcato.


Nel complesso della definizione, quindi, si possono distinguere numerosi campi trasversali di studi e correnti di pensiero. Tuttavia, quando ci si adopera per analizzarli sinteticamente, si rinviene una lettura che per la maggioranza considera il genere femminile subalterno a quello maschile (Piccone Stella & Salmieri, 2012). Da tale lettura è possibile affermare che, in termini teorici, è probabile che il Patriarcato, come forma di dominio, sia intriso di caratteristiche culturali che, nella logica di Antonio Gramsci (1891-1937) e del suo concetto di “egemonia”, potrebbero costituire un elemento, appunto, egemonico.

In quanto tale, la cultura costituisce un elemento che comporta, in una lettura bourdesiana (dal sociologo francese Pierre Bourdieu 1930-2002), la possibilità che si riproducano le disuguaglianze, in questo caso non esclusivamente di genere. In termini crudi, ma essenziali, Bourdieu afferma: “Non solo le disposizioni alla sottomissione femminile vengono costruite attraverso un lungo lavoro di socializzazione, ma vengono riaffermate nell’abnegazione e nella rassegnazione, nel silenzio delle donne [...]” (Bourdieu, 1998). Quanto afferma il sociologo francese va però contestualizzato al fatto che il concetto di socializzazione e il comportamento da lui accennato del genere femminile sono strettamente dipendenti da un habitus interiorizzato; conciliando la lettura con il volume La Distinzione. Critica sociale del gusto (Bourdieu, 1979), il privilegio, maschile in questo caso, si riproduce attraverso il cambiamento culturale con un sottile gioco di disconoscimento e pregiudizi celati, di cui non sono consapevoli né le ‘vittime’ né i ‘carnefici’ (Salmieri, 2017).


Pierre Bourdieu, sociologo francese (1930-2002)


In sintesi, possiamo affermare quindi che non il Patriarcato in sé costituisca un elemento di discriminazione, ma l’idea sottesa all’interiorizzazione di comportamenti tramite meccanisimi di socializzazione che, nella teoria interazionista in maggior modo (corrente statunitense del pensiero sociologico che mette in risalto aspetti microsociologici e relazionali dei gruppi; a H. Blumer, 1969, si deve la nozione di interazionismo simbolico), vengono visti come intrisi di caratteri simbolici derivanti da aspetti culturali.


Comunque sia, non si può parlare di patriarcato se non lo si pensa come un fenomeno di lungo periodo, le cui cause sono ancora in discussione tra le varie scuole di pensiero. Gli si potrebbe dare una lettura evoluzionistica, strutturalista e funzionale, un’ulteriore marxista ma, non si può non attribuire a questo fenomeno una lettura che non sia un minimo scientifico-critica, data la sua complessità.


Certo è che questo fenomeno che abbiamo introdotto, per come lo abbiamo anche definito, ha avuto ed ha tuttora delle conseguenze sulla maggioranza dei sistemi sociali nel loro complesso. Stando alla definizione data, possiamo affermare che è cambiato il livello di tolleranza e rigidità, nonché la reazione a determinati effetti di esso.


Riconoscendo e contestualizzando il fenomeno, legandolo alla democratizzazione della società, ad oggi gli effetti del sistema patriarcale probabilmente si stanno attenuando; va tenuta comunque in considerazione la path dependence, ovvero la “dipendenza dal percorso (o passato)” delle moderne strutture ed istituzioni e le modificazioni di essi che condizionano, per esempio, i campi del lavoro, dell’istruzione e le strutture familiari e che tuttora creano disuguaglianze.


Questo discorso, però, non è valido per tutti i sistemi poiché, per rimanere nel campo dell’obiettività dell’importanza della considerazione di tale fenomeno riconosciuto rilevante, non bisognerebbe scadere in generalizzazioni; bisognerebbe, piuttosto, considerare ogni contesto ‘geografico’ a sé, ogni ‘stato nazione’ come unità a sé stante e condizionata da una storia determinata e aspetti differenti (Mills, 1959).


In conclusione, noi come società civile, ricercando e prendendo coscienza del fenomeno del Patriarcato, dovremmo essere consapevoli della necessità di studiare tali concetti per mantenere una spinta progressista che si sposi con principi ed ideali di rispetto e condivisione dei generi e tra i generi, senza riprodurre le logiche del dominio o imporre una visione del mondo. Altrimenti, si rischierebbe di produrre non un sistema equo e solidale, ma una nuova gerarchia del potere sotto spoglie differenti.


Matteo Bonanni



Bibliografia

Bourdieu, P. (1979). La distinzione, critica sociale del gusto (prima ed.).

Bourdieu, P. (1998). Il dominio maschile (prima ed.).

Miller, B. (2014). Antropologia Culturale (italiana a cura di Alessandra Broccolini ed.). Pearson.

Mills, C. W. (1959). L'immaginazione sociologica (prima ed.).

Piccone Stella, S., & Salmieri, L. (2012). Il gioco della cultura (prima ed.). Carocci editore.

Salmieri, L. (2017). Studi culturali e scienze sociali. Carocci editore.


0 commenti

Comments


bottom of page