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Immagine del redattoreFederica Russo

Il razzismo sistemico

La violenza non è sempre visibile. Può essere diretta ed episodica, ma anche culturale, strutturale, fatta di aggressioni verbali, fisiche, di sguardi, di violenza vera e propria.


Johan Galtung, sociologo norvegese, riconosce tre settori interdipendenti in cui la violenza si esprime:

  • la violenza episodica o diretta è quel tipo di violenza che causa danni fisici e visibili alla persona.

  • la violenza culturale che comprende tutti quegli aspetti della cultura, esemplificati dalla religione e dall’ideologia, che legittimano la violenza diretta.

  • la violenza strutturale è quel particolare tipo di violenza che viene esercitato in modo indiretto, che non ha bisogno di un attore per essere eseguita, che è prodotta dall’organizzazione sociale stessa e dalle sue profonde diseguaglianze.

Come abbiamo visto, la violenza può essere agita da singolə individuə ma anche da istituzioni, leggi, pratiche. La violenza riguarda in primo luogo chi la compie e chi la subisce, ma non solo: i bystander, coloro che assistono alla violenza, hanno un ruolo altrettanto importante.


I tre settori individuati da Galtung vengono sintetizzati nel triangolo della violenza, la cui base giustifica il vertice.





La violenza strutturale è difficile da individuare perché si trova nel sistema in cui siamo immersə e influisce sulle persone lentamente, privandole dei loro bisogni basilari.


Il razzismo sistemico è un tipo di violenza strutturale.


Con il termine razzismo ci riferiamo ad ogni tendenza, psicologica o politica, suscettibile di assurgere a teoria o di esser legittimata dalla legge, che, fondandosi sulla presunta superiorità di una razza sulle altre, favorisca o determini discriminazioni sociali.

Con il termine sistemico invece ci riferiamo a tutte quegli episodi di razzismo che si manifestano in ogni aspetto della società come l’economia, la politica, l’istruzione, la religione, la famiglia, in modo che tutto rifletta la realtà fondamentale del razzismo stesso.


Joe Feagin, sociologo statunitense, spiega questo fenomeno da un punto di vista storico: l’immeritato impoverimento delle persone nere è alla base dell’arricchimento immeritato delle persone bianche, ed è uno degli aspetti centrali del razzismo sistemico.

Questa visione include il ruolo svolto dalla schiavitù dei neri nel creare una ricchezza ingiusta per i bianchi, per le loro imprese e le loro famiglie sfruttando il lavoro nelle colonie europee.

Queste pratiche storiche hanno creato un sistema sociale che ha incorporato la disuguaglianza economica razzista nelle sue fondamenta.


Un esempio eclatante di come questo sistema sia nato nel mondo coloniale ma si sia perpetrato negli anni è la costruzione dei ponti sulla Southern State Parkway di Robert Moses.

La Southern State Parkway è un’autostrada che collega New York alle sue spiagge: queste spiagge negli anni ‘20 del 900 appartenevano a famiglie bianche molto ricche, le quali non gradivano la presenza di persone nere, latine o in generale persone provenienti dai quartieri più poveri.

Robert Moses, l’architetto incaricato alla creazione dei ponti, decise di costruirli appositamente bassi per evitare il transito degli autobus, mezzo principale utilizzato dalle persone meno abbienti in quel periodo.


Tristemente, non dobbiamo rivolgerci alla società statunitense per trovare degli esempi di episodi di razzismo sistemico: in Italia, più di 1 milione di giovani natə in questo Paese da genitorə non italianə, non possono acquisire la cittadinanza fino ai 18 anni.

Questa chiara divisione tra italianə consideratə “autoctonə” e italianə consideratə di “seconda generazione” legittima una relazione di potere diseguale.


Le ricerche di moltə scienziatə sociali condotte nell’ultimo secolo dimostrano che il razzismo è incorporato nelle fondamenta delle società, fino a condizionarne tutti gli aspetti.

È presente nelle nostre leggi, nella nostra politica, nella nostra economia, ma anche nelle nostre istituzioni sociali e di conseguenza nel modo in cui pensiamo e agiamo, consciamente o inconsciamente.

È tutto intorno a noi e dentro di noi, e, per questo motivo, la resistenza al razzismo deve essere ovunque se vogliamo sperare di poterlo contrastare concretamente ed efficacemente.


Federica Russo


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