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  • Immagine del redattoreEcho Ranzoni

Si può provare rabbia e avere ragione


Commenti come questo richiedono dalle persone emarginate uno standard di gentilezza e comprensibilità per far sì che la loro voce venga ascoltata e la loro esistenza rispettata.


Una persona emarginata ha tutto il diritto di provare frustrazione e rabbia per essere messa costantemente nella posizione di dover educare lз altrз. Non è il tono con cui fa passare il proprio messaggio a darle il diritto di esprimere la sua oppressione o a legittimare la sua esperienza.

Il tone policing avviene più di frequente quando le persone emarginate cercano di condividere la loro esperienza di oppressione e sono percepite come arrabbiate, ostili o aggressive, e va spesso spesso a braccetto con gaslighting, supporto condizionato e paternalismo.


Non è una rarità sentire commenti come "Pensi che sia questo il modo migliore per avere le persone dalla tua parte?" o "Non è facendo così che convincerai le persone ad ascoltarti".


La realtà è che il privilegio che abbiamo, qualsiasi sia la nostra identità intersezionale, ci consente a tutti gli effetti di scegliere se conoscere l’oppressione e le difficoltà dellз altrз oppure no.


Facendo tone policing quello che in realtà stiamo dicendo è questo: "Sto decidendo di esplorare la tua esperienza di oppressione da cui non puoi rimuoverti, ma se non mi spieghi in modo calmo e gentile i modi in cui stai soffrendo, io posso rifiutarmi di ascoltarti e non ti aiuterò.”


Il tone policing permette alle persone con più privilegio di definire i termini e i limiti entro i quali una conversazione può essere portata avanti.

Il nostro cervello non è molto sofisticato quando si tratta di gestire lo spettro delle emozioni umane, e quando percepiamo una persona come ostile e aggressiva nei nostri confronti (anche online) il cervello prende questo comportamento come una minaccia e risponde di conseguenza.


Come reagire?

Accrescendo la nostra capacità di rimanere presenti in situazioni di tensione, siamo effettivamente in grado di cogliere il contenuto del discorso della persona che ci sta parlando, senza umiliarla per la rabbia e la confusione che sente vivendo in un sistema oppressivo.


È possibile trovare contenuti online che toccano le aree della nostra identità intersezionale in cui deteniamo privilegio e che ci fanno mettere sulla difensiva.


MA


La frustrazione, la rabbia e la paura delle persone oppresse sono valide e i modi in cui vengono espresse è legittimo. Puoi essere arrabbiatə e comunque avere ragione, puoi essere arrabbiatə e comunque essere ascoltatə.


Echo Ranzoni




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