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  • Immagine del redattoreG. Carloni

Varianza di genere nelle persone in crescita

Nessuna persona nasce con la consapevolezza di cosa significhi avere un genere; si impara ad essere bambini o bambine grazie ai genitori, agli adulti di riferimento o ad altre persone significative. Dal momento della nascita, tutto il mondo intorno educa al genere assegnato: attraverso i vestiti blu o rosa, i giocattoli da “maschio” e da “femmina”, il “sei carina” o il “sei forte”. I ruoli e le aspettative di genere, all’interno di un’ottica binaria, sono la prospettiva. Nella pubertà e nell’adolescenza le spinte sociali alla conformità di genere si fanno sempre più forti e rigide.


Tuttз lз bambinз iniziano a comprendere il loro genere tipicamente tra i 18 e i 24 mesi. Si tratta della consapevolezza rispetto al “sono una bambina”, “sono un bambino” o “sono qualcunә totalmente distante dal binarismo di genere che vedo attorno a me”. La percezione di sè legata al proprio genere, quindi, non appartiene aз bambinз con varianza di genere, ma a tuttз.


La varianza di genere è l’esperienza delle persone che vivono disagio con il genere assegnato alla nascita oppure che non si conformano con le regole che tale assegnazione suppone. Si tratta di bambinз che vivono il genere in modo diverso rispetto a quanto prevede la norma sociale.


Alcuni studi statunitensi stanno confrontando lo sviluppo dell’identità di genere neз bambinз cisgender e transgender. I pattern di crescita, riconoscimento e condivisione del proprio genere sono simili; lз bambinз transgender, però, vivono una sorta di freno nell’identificazione ed espressione di sé, perché non si sentono accoltз, ascoltatз e compresз nello stesso modo rispetto aз coetaneз cisgender. Si sentono meno invitatз a dichiararsi.


Il percorso di accettazione e di comprensione di sè è lungo e tortuoso. Non è facile trovare le parole e il “momento giusto” per il coming out. È una delle situazioni più delicate: dimostrare attenzione, cura e amorevolezza aiuta la persona in crescita a stare meglio. Credere alle sue parole può ridurre la sensazione di disforia e, viceversa, aumentare l’euforia di genere.

È significativo accogliere e accettare, assecondare i desideri.


Creare spazi sicuri e promuovere un approccio inclusivo


L’autodeterminazione è limitata, non un elemento di facile sperimentazione. Le persone gender variant sono alla ricerca continua di una richiesta di visibilità e di accoglienza del proprio essere. Alcune istituzioni non sono pronte o non hanno gli strumenti per affrontare le soggettività gender variant e ciò produce sensazioni di inappropriatezza e di disagio. Il tasso di depressione, ansia e tentati suicidi è molto più alto rispetto aз parз cisgender. Un motivo è la violenza continua che devono subire. La negazione, il misgendering e la ridicolizzazione, in famiglia, a scuola e nei luoghi di aggregazione, possono produrre malessere, emarginazione, solitudine.


Nellз adolescenti gender variant numerosi studi documentano un elevato rischio di maltrattamenti in famiglia con svalutazione, punizioni, violenza fisica e verbale, induzione di senso di colpa e vergogna, con l’obiettivo di modificarne il comportamento. La varianza di genere è, infatti, la prima causa di allontanamento ed espulsione da casa delle persone minorenni. In aggiunta, vivono isolamento e rifiuto da parte deз parз, disadattamento sociale, abbandono scolastico, bullismo, abuso sessuale, ma anche fisico e psicologico.


Tra le altre, la conseguenza dell’abitare un ambiente familiare e sociale transfobico è lo sviluppo della transfobia interiorizzata, cioè un insieme di sentimenti e atteggiamenti negativi che una persona prova nei confronti della propria identità di genere.

L’interiorizzazione dei modelli maltrattanti, produce una scarsa accettazione e una bassa stima di sé, un senso di inferiorità, vergogna, colpa e la conseguente accettazione degli stereotipi denigratori. Se non violenza e discriminazione verso persone con un vissuto simile.

La vita è dura per lз bambinз e lз ragazzз gender variant. L’identità di genere non è una scelta, una moda, una “scusa per sentirsi speciali” o “un modo per attirare l’attenzione”.

La varianza di genere dovrebbe produrre, in età giovane e non solo, euforia di genere, cioè la sensazione positiva e frizzante di vicinanza con il proprio essere. E questo è possibile, se promuoviamo un approccio pedagogico che valorizzi e faccia sentire la persona accolta e ascoltata nella sua unicità. Riconoscere la loro natura e, amorevolmente, accompagnare all’incontro con se stessз, risulta essere la soluzione. Creare spazi sicuri, protetti, non violenti e inclusivi, permette il miglioramento della qualità della vita, previene i comportamenti autolesionisti e preserva la salute mentale.


G. Carloni

Bibliografia e sitografia

VILLANOVA M. (2018), Manuale per la formazione professionale in pedagogia affettiva e sessuale, La Sapienza, Roma.


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